Il certificato di immigrazione del piroscafo "Ravenna"
Tra gli incartamenti che il Comandante di un piroscafo appena giunto in Argentina doveva esibire
alle autorità doganali c'era il certificato di immigrazione della nave. Su tale documento erano riportati alcuni dati
che riguardavano il vapore: in primo luogo il nome del piroscafo, a cui seguivano le indicazioni del porto di armamento,
della rotta seguita (con l'indicazione degli scali intermedi) per arrivare in sudamerica, oltre al numero di passeggeri
trasportati con la particolare specifica del numero di emigranti.
Il Comandante doveva dichiarare, inoltre, che a bordo non vi erano passeggeri con malattie contagiose, dementi o con
problemi giudiziari.
Sul retro del certificato erano previsti gli spazi dove riportare i nominativi di eventuali bambini nati durante la traversata
oceanica, dei passeggeri malati o deceduti nel corso del viaggio.
Interessante, infine, l'obbligo di indicare le generalià dei passeggeri di oltre sessanta anni che, però, erano in
possesso di un permesso speciale di sbarco: la legge argentina sull'emigrazione non consentiva l'ingresso nel paese a
persone con con un'età maggiore di quella indicata, se non in possesso di un formale atto di richiamo di un parente già residente nel paese sudamericano.
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