La situazione economica
Agli inizi degli anni Ottanta l'Italia era un Paese in via di profonda trasformazione: la società si ritrovò investita
da un travaglio economico e culturale che mandò in crisi molte certezze acquisite. La forza economica e contrattuale
della grande proprietà terriera andava perdendo, ogni giorno di più, il proprio potere contrattuale e decisionale a
causa della crisi economica che indeboliva la centralità dei produttori. L'industria meccanica e manufatturiera non
aveva ancora pienamente sviluppato la propria forza di indirizzo economico e politico sulle elites del paese e anche
la popolazione, come si è già avuto modo di accennare, non era rimasta immune dai cambiamenti: il moderato sviluppo
del settore industriale e la relativa modernizzazione dell'economia e della finanza favorirono la nascita di nuove
istanze popolari che vennero intercettate in modo mirabile dai movimenti socialisti e dalle organizzazioni cattoliche,
favorite in questo dal loro capillare radicamento sul territorio.
L'uomo "nuovo"
Dopo anni di trasformismo, molti in Italia, sentirono il bisogno di avere una politica forte in grado di dare risposte
all'insicurezza generale. L'occasione si presentò con la morte di Depretis avvenuta nell'agosto del 1887. Tutti
identificarono nel ministro degli Interni Francesco Crispi l'uomo "nuovo" in grado di succedere allo statista di
Pavia e di prendere con mano risoluta le sorti dello Stato. Le speranze non furono deluse. Il nuovo ministero si
caratterizzò subito per il marcato decisionismo del presidente del Consiglio, forte in questo dell'appoggio della
maggioranza assoluta dei parlamentari e di larga parte della borghesia. L'idea portante del pensiero politico dello
statista siciliano era di dover, a tutti i costi e in fretta, rendere più efficente lo Stato attraverso un deciso
ammodernamento del suo apparato, in quanto questo, secondo Crispi, era l'unico modo per adeguarlo ad affrontare le
nuove sfide sociali di fine secolo.
In pochi mesi furono presentate dal Governo decine di disegni di legge e vennero approvate norme che avrebbero
cambiato in modo sostanziale l'amministrazione dello Stato. Il 30 dicembre 1888 venne emanata la riforma delle
amministrazioni locali che estendeva il diritto di voto nelle elezioni comunali (1) e rendeva elettiva la carica di
sindaco nei comuni con più di 10.000 abitanti. Sempre nello stesso anno fu licenziata dal Parlamento anche la legge
sulla tutela della sanità pubblica (Legge n. 5849 del 22 dicembre 1888) che prevedeva la presenza di ufficiali sanitari
to il territorio nazionale e la legge sull'emigrazione (Legge n. 5866 del 30 dicembre 1888) che puntava a regolamentare
l'arruolamento degli emigranti da parte degli agenti delle compagnie di navigazione e a definire gli obblighi militari
di chi avesse voluto espatriare.
Agli anni successivi si devono la riforma della giustizia amministrativa (1889) e
l'emanazione del nuovo codice penale (Codice Zanardelli – R.D. Del 30 giugno 1899) che aveva tra i suoi aspetti
qualificanti, l'abolizione della pena di morte oltre a consentire una limitata libertà di sciopero.
Il decisionismo crispino ebbe notevoli effetti anche in campo economico con l'inasprimento della guerra doganale con
la Francia, iniziata sottotono dal suo predecessore, e in politica estera con una decisa riconferma del trattato
della triplice alleanza e con la decisa espansione coloniale perseguita, in Eritrea, a scapito dell'impero etiopico
di Giovanni II.
Lo scandalo della Banca Romana e l'avventura coloniale
Agli inizi degli anni '90, lo scandalo finanziario della Banca Romana mise fine in modo temporaneo all'ascesa politica
di Francesco Crispi. Accusato, al pari di molti altri suoi colleghi deputati e senatori (2) di aver ricevuto benefici
finanziari dagli istituti di emissione per coprire notevoli ammanchi contabili, fu costretto a lasciare incarichi
governativi a favore di Antonio di Rudinì prima e di Giovanni Giolitti, poi.
Superato lo scoglio dello scandalo finanziario, Francesco Crispi tornò al governo nel dicembre del 1893 con il suo
terzo gabinetto. Con il suo solito piglio decisionista ed autoritario, lo statista di Ribeira affrontò la crisi
economica e finanziaria del Paese riordinando il sistema bancario (con la Legge n. 449 del 10 agosto 1893 venne
istituita la Banca d'Italia) e adottando drastiche misure per risanare il bilancio dello Stato. Nel campo dell'ordine
pubblico Crispi non esitò a reprimere duramente le rivolte popolari che si stavano estendendo in Sicilia e in
Lunigiana attraverso la proclamazione dello stato di assedio e l'approvazione di norme che limitarono la libertà di
stampa e di associazione volte a colpire l'attività del partito socialista.
Crispi volle dare un impulso anche alla politica di espansione coloniale riprendendo il percorso interrotto pochi anni
prima. Nel 1895 l'esercito italiano comandato dal governatore dell'Eritrea, il generale Oreste Baratieri, aveva
ripreso la marcia di espansione verso occidente occupando la regione etiopica del Tigrai. La reazione di Menelik II,
re dello Scioa e imperatore d'Etiopia succeduto a Giovanni, non si fece attendere. Il sovrano africano, forte di un
esercito di circa duecentomila uomini si mosse alla volta delle truppe italiane. Dopo una serie di scontri emotivamente
importanti ma marginali (le difese del passo di Amba Alagi e del forte di Macallè), l'esercito scioano inflisse una
drammatica sconfitta alle truppe del generale Baratieri nei pressi del villaggio di Adua. Le perdite italiane
ammontarono a ben seimila soldati “nazionali” ed indigeni, alla cattura di circa mille prigionieri e alla rotta
completa dell'esercito coloniale.
La sconfitta di Adua ebbe notevoli ripercussioni in Italia, sia in ambito politico, con le dimissioni di Crispi e del
suo governo, che in quello sociale, con la presa di coscienza che il Paese non era ancora pronto per essere
considerata una potenza militare ed economica sullo scacchiere europeo e rispettato in ambito coloniale.
Bibliografia
Cammarano F., “Storia dell’Italia liberale”, Editori Laterza, Roma-Bari 2011.
Del Boca A., “Gli italiani in Africa orientale”, vol. I, Mondadori, Milano 1992.
Duggan, C., “La forza del destino. Storia dell’Italia dal 1796 ad oggi”, Editori Laterza, Roma-Bari 2007.
Duggan, C., “Creare la nazione – La vita di Francesco Crispi”, Editori Laterza, Roma-Bari 2000.
Mack Smith D., “Storia d’Italia dal 1861 al 1997”, Editori Laterza, Roma-Bari 2010.
Sabatucci G., Vidotto V., “Il mondo contemporaneo dal 1848 ad oggi”, Editori Laterza, Roma-Bari 2005.
Lo scandalo della Banca Romana. (Consulta...)
La politica coloniale dell'Italia liberale (I° parte). (Consulta...)
Prima di Adua - l'Amba Alagi e Makallé. (Consulta...)
La battaglia di Adua (o di Abba Garima - marzo 1896). (Consulta...)
Dopo Adua - l'Italia si scopre diversa. (Consulta...)
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