La legge sulle "Guarentigie"
La questione romana trovò la sua definitiva sistemazione il 13 maggio 1871 giorno in cui fu approvata la legge sulle
“Guarentigie” che avrebbe garantito al Pontefice una vasta gamma di garanzie circa la sua persona, paragonata a un
capo di stato estero, il libero magistero spirituale della chiesa cattolica, la completa autonomia postale e
telegrafica oltre a ampie facilitazioni economiche quali un appannaggio annuale al papa e la presa in carico da
parte dello Stato italiano di parte delle spese correnti della Santa Sede.
Le enormi uscite finanziarie dovute alla Terza guerra di indipendenza, alla spedizione militare di Roma e al
successivo trasferimento della capitale nel Lazio, costrinsero i governanti della Destra a imporre ulteriori
inasprimenti fiscali per raggiungere il pareggio di bilancio.
Il maggiore esponente del rigore finanziario fu sicuramente Quintino Sella , che in qualità di ministro delle finanze
del governo Lanza, varò nel dicembre del 1872, una serie di provvedimenti fiscali.
La manovra economica veniva ad aggravare una già difficile situazione finanziaria che già vedeva all’orizzonte il
sopraggiungere di una dura crisi economica che nel corso della primavera-estate del 1873 avrebbe colpito l’Europae
l’Italia in particolare.
Le ripercussioni politiche sul Governo non si fecero attendere tanto che il Presidente del consiglio, Giovanni Lanza,
fu costretto a cedere il proprio ministero a Marco Minghetti.
Il nuovo governo proseguì con la politica del rigore e mise mano alla legge sul riordino degli istituti di emissione
(c.d. “Legge bancaria” del 30 aprile 1874, n. 1920)che imponeva la creazione di un consorzio di sei banche che
avrebbero avuto il privilegio di stampare carta moneta (1) per un controvalore di un miliardo di lire.
Con le elezioni del 1874, Minghetti ottenne una prevedibile conferma anche se, nonostante gli sforzi governativi
per “indirizzare” il voto, dovette assistere ad una sostanziale avanzata delle forze della sinistra (2).
Il discorso di Stradella
La premessa al cambio radicale della conduzione politica del paese è rappresentata al discorso che Agostino Depretis
tenne a Stradella (Pavia) il 10 ottobre del 1875 nel corso di un banchetto offerto in suo onore dagli elettori della
città. L’intervento del politico lombardo fu, a tutti gli effetti, un atto programmatico di governo. Depretis, dopo
aver reso onore al regno dei Savoia, si soffermò sulla necessità di combattere il clericalismo, sul dovere di
promuovere l’istruzione obbligatoria gratuita, di ampliare il suffragio elettorare e di assicurare, in politica estera,
un periodo di “quiete” al Paese.
Nonostante i risultati poco incoraggianti delle elezioni politiche, Marco Minghetti ruscì a formare un nuovo dicastero
e si propose di attuare un programma di governo piuttosto ambizioso.
Un primo intervento legislativo riguardò l’ordine
pubblico in Sicilia (con norme volte a combattere il crimine organizzato) a cui seguì un dibattito politico sulla
necessità di risolvere la questione delle concessioni ferroviarie che si era aggravata oltre ogni limite. La gestione
delle strade ferrate era giunta al collasso per debiti: due delle quattro società concessionarie, la Società Vittorio
Emanuele e la Società Strade Ferrate Romane, erano fallite nonostante le larghe sovvenzioni statali. A molti parve
opportuno che per risolvere tale situazione fosse lo Stato a gestire la rete ferroviaria attraverso la sua
nazionalizzazione.
Il 9 marzo 1876 il ministro del Lavori pubblici Silvio Spaventa presentò alla Camera il disegno di legge che
accoglieva tali indicazioni ma, già prima della votazione Minghetti si rese conto che il provvedimento non incontrava
il favore della Sinistra e, soprattutto, degli esponenti toscani del suo stesso schieramento. Il presidente del
Consiglio chiese una verifica e dovette constatare la mancanza dell’appoggio politico della Camera dei deputati.
Preso atto della votazione, Minghetti presentò le proprie dimissioni.
Dopo pochi giorni (il 25 marzo) Agostino Depretis insediò la sua compagine governativa formata esclusivamente da
esponenti della sinistra parlamentare.
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Bibliografia
Cammarano F., “Storia dell’Italia liberale”, Editori Laterza, Roma-Bari 2011.
Duggan, C., “La forza del destino. Storia dell’Italia dal 1796 ad oggi”, Editori Laterza, Roma-Bari 2007.
Mack Smith D., “Storia d’Italia dal 1861 al 1997”, Editori Laterza, Roma-Bari 2010.
Legge sulle "Guarentigie". (Consulta...)
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