Nota ufficiale turca all'ultimatum italiano
(da: La Tribuna 1° ottobre 1911, pag. 2)
Ecco il testo della risposte della Sublime Porta all’ultimatum dell’Italia:
L’ambasciata conosce le molteplici difficoltà delle circostanze che non hanno permesso alla Tripolitania ed alla Cirenaica di
godere nella misura desiderata dei benefici del progresso. Basta invero una esposizione delle cose per stabilire che il Governo
costituzionale ottomano non potrebbe essere chiamato responsabile di una situazione che è opera dell’antico regime.
“Ciò posto, la Sublima porta, ricapitolando il corso dei tre ultimi anni, cerca invano le circostanze nelle quali essa si sarebbe
dimostrata ostile alle imprese italiane interessanti la Tripolitania e la Cirenaica. Al contrario le è sempre parso comprensibile
e razionale che l’Italia cooperasse coi suoi capitali e colla sua attività industriale al risorgimento economico di questa parte
dell’Impero.
“Il Governo imperiale ha coscienza di aver dimostrato disposizioni di accoglimento ogni volta che si è trovato di fronte a
proposte concepite in questo ordine di idee: esso ha pure esaminato e generalmente risoluto collo spirito più amichevole ogni
reclamo presentato dalla Regia Ambasciata.
“È necessario di aggiungere che esso obbediva così alla sua volontà, tanto spesso manifestata, di coltivare e mantenere rapporti
di fiducia e di amicizia con il Governo italiano? Infine questo solo sentimento l’ispirava ancora quando proponeva
recentissimamente alla Regia Ambasciata un accomodamento basato su concessioni economiche allo scopo di fornire all’attività
italiana un vasto campo nelle suddette provincie. Assegnando come soli limiti per le sue concessioni la dignità e gli interessi
superiori dell’Impero, come pure i trattati in vigore, il Governo ottomano dava la misura dei suoi sentimenti in conciliazione,
senza però perdere di vista i trattati e le convenzioni che l’impegnano di fronte alle altre potenze e il cui valore
internazionale non potrebbe decadere per la volontà di una parte.
“Per ciò che concerne l’ordine e la sicurezza tanto nella Tripolitania quanto nella Cirenaica, il governo ottomano, ben situato
per apprezzare la situazione, non può che constatare, così come ha già avuto l’onore di farlo fare, la mancanza totale di ogni
ragione che possa giustificare apprensioni per la sorte dei sudditi italiani e degli altri stranieri colà stabiliti. Non soltanto
non vi sono in questo momento agitazioni in quelle regioni, ancor meno propaganda eccitatrice, ma gli ufficiali e gli altri organi
dell’autorità ottomana hanno per missione di assicurare la tutela dell’ordine, missione di assicurare la tutela dell’ordine,
missione che essi compiono con tutta coscienza.
“Quando all’arrivo a Tripoli di trasporti militari ottomani, da cui la Regia Ambasciata prende motivo per trarne conseguenze
gravi, la Sublime Porta crede dover fare notare che non si tratta effettivamente che di un piccolo trasporto la cui spedizione è
anteriore di parecchi giorni alla Nota del 23 settembre, indipendentemente, dal fatto che questa spedizione, che non comprende
del resto truppe, non ha potuto avere sugli animi che un’influenza rassicurante.
“Ridotto ai suoi termini essenziali, il disaccordo attuale risiede nella mancanza di garanzie atte a rassicurare il Governo
italiano circa l’espansione economica dei suoi interessi in Tripolitania e in Cirenaica.
“Il Governo Imperiale chiede che il Governo Reale gli voglia far conoscere la natura di tali garanzie, alle quali esso
sottoscriverà volentieri, purchè non tocchino la sua integrità territoriale. Esso prende a tale effetto l’impegno di non
modificare affatto in qualsiasi cosa durante i negoziati la situazione presente della Tripolitania e della Cirenaica,
specialmente dal punto di vista militare, e vuol sperare che il Governo Reale arrendendosi alle sincere disposizioni della
Sublime Porta, aderirà a questa proposta”.
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