Accuse precipitate
(La Tribuna 7 agosto 1906)
La catastrofe del Sirio è di quelle che suscitano un orrore tanto più intenso, in quanto sembrano dovute ad
una tutta gratuita malignità della fortuna. Si trattava, infatti, di una delle migliori navi della nostra flotta mercantile, e
di un equipaggio provato lodevolmente da gran tempo a quello stesso viaggio, che navigava di pieno giorno in mare tranquillo
oltre che famigliare. Eppure, la sciagura si è compiuta ed ha avute le più gravi conseguenze.
Le varie versioni che se ne hanno, questo solo senso provocano con sicurezza: il più amaro, il più doloroso compianto per le
centinaia di vittime, che han fatto fine sì miseranda. Quanto alle accuse che questo o quel giornale estero getta, sia sugli
emigrati, sia sull'equipaggio, bisognerà, prima di accoglierle, attendere i risultati dell'inchiesta ordinata dalle autorità
spagnole.
Certo, insieme ai casi di eroismo, che sono pure segnalati, altri ve ne saranno stati di un egoismo spietato. Ma
quale è la catastrofe in cui non se ne debbano lamentare? Basta ricordare l'incendio dell'Opéra Comique, in cui i primi
gentiluomini di Francia si dimostrarono sino alla più terribile crudeltà premurosi assai più di sè stessi che delle donne e dei
fanciulli che li circondavano, per immaginare che gente primitiva ed ignorante, come se ne trova fra gli emigranti, può avere
perduto nel naufragio ogni sentimento di fratellanza umana.
Ma per far accogliere con beneficio d'inventario quanto, ad esempio, il Daily Telegraph stampa sul conto dell'equipaggio,
basterebbe la notizia, ripetutamente telegrafata, del suicidio del capitano, il quale invece [è] vivo ed ha continuato a
telegrafare alla Compagnia ed a prendere tutti i provvedimenti che gli incombono nella dolorosa congiuntura.
Certo, se vi sono colpe, saranno punite; ma, finché non siano accertate, solo il dolore, solo la pietà hanno diritto di alzare
la voce dinanzi a questa terribile ecatombe che getta improvvisamente nel lutto centinaia di famiglie. Ed è la voce che si alzerà
da tutto il mondo civile.
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