Il sogno americano
Il sogno americano? Il desiderio di sfuggire a fame e miseria? L'aspirazione ad un lavoro ben pagato? Ma no,
niente di tutto questo! Semplicemente il coronamento di una storia d'amore travagliata: questa è la vera ragione che spinse
nell'ormai lontano1904 un giovane lucano a lasciare il paese natio e ad innescare una vera e propria lotta contro il destino.
Ripercorrendo oggi tutta la vicenda sembra proprio che il destino (o il caso, o il fato se preferite) scelga delle "vittime"
per mettere alla prova la resistenza, l'audacia, lo spirito libero.
Tutto ha inizio con l’arrivo nel vicinato di una ragazza, Marianna, rimasta orfana di madre in tenera età e affidata dal padre
agli zii materni dopo vani tentativi di mandare avanti la famiglia da solo.
Marianna viene così allontanata da Francavilla
sul Sinni, separata dal fratello poco più grande di lei e trasferita a Lauria. Dopo un periodo difficile si adatta al nuovo
modo di vivere; va al lavoro nei campi insieme agli zii che provvedono alle sue necessità senza farle mancare nulla. Nella
casa a fianco alla loro viveva la famiglia A. e allora i legami del vicinato erano sacri! Nel più assoluto riserbo,
all’insaputa dei “grandi” nasce un amore che verrà mantenuto segreto fino a quando lo saprà tutto il paese!
Si sa come succede nei piccoli centri e poi tra vicini di casa. Fin qui niente di strano ma ecco che entra in gioco il “fato”
con prepotenza, senza preavviso: il padre di Marianna rivendica la sua paternità e pretende di riavere con sé la figliola,
sottraendola alla custodia degli zii. Allora si fa avanti Giuseppe, è questo il nome dell’innamorato, che dichiara il suo
amore nel tentativo di ostacolare la decisione del padre di Marianna. Questo nuovo fatto però aggrava la situazione e il
signor L. su tutte le furie pensa ad una soluzione radicale: tagliare tutti i ponti con i parenti, racimolare più denaro
possibile vendendo casa e terreni e partire insieme ai propri due figli per Nuova York, per l’America! E la forza di questa
decisione su cui da tempo stava meditando gli viene proprio dalla sopraggiunta novità: l’innamoramento di Marianna!
Dalle liste di sbarco risulta che Maria L. di anni 16 si è imbarcata a Napoli sulla .... Il ... con destinazione Nuova York.
Come furono i primi anni in America non è dato saperlo ma quello di cui siamo certi è che Marianna non dimentica Giuseppe;
l’enorme distanza che la separa dall’Italia non le impedisce di pensare agli zii e di scrivere loro una lettera, probabilmente
all’insaputa del padre. Tra vicini di casa si sa, le cose si fa presto a saperle. Soprattutto quando arriva una
“corrispondenza” dall’America e il messo comunale arriva urlando a squarciagola che "Marianna ha scritto”! Il caso volle
che Giuseppe riuscì a dare un’occhiata all’indirizzo da cui era stata spedita la lettera e cominciò a meditare sulla
possibilità di raggiungere la propria amata. Quell’indirizzo stampato nella mente non gli dava pace: doveva trovare il modo
di partire. Tramite un compare di battesimo che aveva un fratello in America riesce a farsi “chiamare” (perché allora per
poter entrare nel Nuovo Continente bisognava avere degli appoggi).
Va aperta a questo punto una brevissima parentesi su Giuseppe, sul suo carattere impulsivo, forse superficiale, ma soprattutto
molto orgoglioso: l’essere stato “rifiutato” proprio non gli era andata giù! Non che gli mancassero le ragazze. Al contrario.
Il suo savoir faire, l’aspetto fisico prestante le attirava come mosche al miele. Ma quel rifiuto non poteva restare impunito!
(e chissà che il signor L. non avesse avuto ragione ad allontanare Marianna da lui, intuendo di che pasta era fatto
l’aspirante marito!). In breve Giuseppe trova un po’ di soldi (almeno 160 lire), raggiunge il porto di Napoli e si imbarca:
destinazione Nuova York. Tutto all’insaputa della famiglia che viene avvertita solo a cose fatte prima di salire sulla nave.
Una volta superate le solite prassi, aiutato da un compaesano che lo ospita (lo stesso che gli ha fornito le referenze),
Giuseppe trova un lavoro da muratore e parte alla riconquista di Marianna. Cosa sia successo di preciso chi lo sa, fatto
sta che nel 1908 viene celebrato il matrimonio a Nuova York, matrimonio mai registrato in Italia.
Poteva iniziare così una normale storia di emigrati italiani che mettono su famiglia, si integrano nella comunità di
italiani ... Ma no! Ancora una volta entra in gioco il destino che attraverso Giuseppe si diverte a rimettere tutto in
discussione. Dopo la nascita della primogenita, Maria Maddalena, la famigliola prende una decisione drastica: lasciare
l’America e tornarsene al paese natio! Il ritorno a casa possiamo immaginarlo, ma non dimentichiamo che Giuseppe era partito
in sordina! Quel che è certo è che gli zii di Marianna li accolgono a braccia aperte e li ospiteranno in quella che, alla
loro morte, diverrà la casa di Marianna e Giuseppe. Quest’ultimo che il mestiere lo sapeva fare, tirerà su la famigli
accettando lavori anche nei paesi vicini. Il mestiere lo conosceva si, ma era un po’ “farfallone” soprattutto con le donne.
E a quei tempi dovete sapere che il compito di aiutare il mastro, ovvero la bassa manovalanza, era affidato alle donne,
proprio così alle donne sole, senza marito, senza una famiglia alle spalle, donne bisognose di guadagnare. E allora mettete
insieme le due cose: Giuseppe fa il muratore e non disdegna di guardarsi intorno, la M. fa il manovale ed ha bisogno di soldi.
Nasce così una storia che durerà anni ed anni fino alla vecchiaia di Giuseppe. Intanto la famiglia, quella ufficiale cresce:
nasce Biasino (Biagio), Tanina (Gaetana) e Teresina, l’ultima figlia che pure darà ai genitore tanto filo da torcere. Ma
torniamo alla tresca di Giuseppe. Non passa molto tempo che viene a saperlo tutto il paese e la notizia arriva anche a casa
di Marianna! Senza star lì a perderci nei particolari, che pure sarebbero intriganti, vediamo invece il fato che ruolo ha a
questo punto della storia.
Entra in scena Biasino che ormai quindicenne ha studiato fino a che ha potuto e poi ha iniziato ad aiutare il padre sui
cantieri. Ma i figli osservano e riferiscono quello che vedono e sentono alle madri. E sui cantieri c’era una certa M., il
manovale! Ad ogni rientro a casa Giuseppe veniva investito da ingiurie, improperi e rimproveri. Ce n’era uno in particolare
che Marianna non si stancava mai di rinfacciargli: "sei venuto fino in America per rovinarmi la vita"!. Ma la carne è debole e
Giuseppe non era mai stato uno stinco di santo! Torniamo però a Biasino. Giuseppe lo tratta male, non lo vuole tra i piedi e...
Non si oppone di certo quando il ragazzo decide di partire, di tornare in quella maledetta America, terra che conosce solo
dai racconti della madre, racconti carichi ormai di rimpianti e nostalgie di una giovinezza svanita. Biasino si imbarcò nel
1913, i suoi referenti americani lo aiutarono a riprendere gli studi, imparò l’americano, mise su in breve tempo una impresa
edile e finì con il farsi una fortuna. Questa volta sembra che il sogno americano si sia avverato: divenuto ricco e famoso
nella comunità di italiani, manda estratti di riviste in cui vengono citati i suoi lavori (costruisce opere pubbliche come
chiese, piazze, fontane) alla madre e alle sorelle. Mantiene uno stretto legame soprattutto con Maria Maddalena, la sorella
maggiore che lo aveva allevato quasi come un figlio. Torna in Italia, e arriva a Lauria portando con sé un’automobile
talmente grande che non riusciva a passare nelle strette vie del paese. Mette su famiglia a New York, sposandosi con una
italo americana , avrà tre figli ma il destino questa volta non si limita ad intervenire creando un bivio a sorpresa. No.
Questa volta mette fine alla vita di un uomo ancora giovane, Biasino morirà all’età di 56 anni, distruggendo così per sempre
nella famiglia A. “il conquistato sogno americano”.
Bibliografia
Originale in: archivio di Terzaclasse.it
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