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Giornale d'Italia 1902
Il cronista segnala la presenza, nella città di Udine, dell'inviato del regio Commissariato per l'emigrazione, incaricato di condurre un'inchiesta sull'emigrazione friulana. Nella parte finale dell'articolo vengono riportati casi di truffe ad opera di agenti di emigrazione.

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Gli inganni dell'emigrazione - Operazione clandestina
(Il Giornale d'Italia 1° giugno 1902)

(nostra corrispondenza).

Udine, 29 maggio. Nei giorni passati è stato qui un inviato del R. Commissariato Generale dell’Emigrazione ed ha fatto una inchiesta sulla emigrazione locale e sulle relative agenzie autorizzate e clandestine. E’ bene che da Roma si occupino del fenomeno che è importantissimo nella nostra provincia e che dà luogo a molti abusi. Già prima che fosse approvata la nuova legge, si era costituito in Udine un Segretariato per aiutare gli emigranti. Al Segretariato prestano la loro opera intelligente e assidua specialmente i signori De Poli e Cosantini.
Il Segretariato stesso era sorto sotto auspici socialisti, ma vedendo che mancavano i fondi, i promotori decisero di togliergli il carattere politico e chiamarono a farne parte uomini stimati di altri partiti come il senatore di Prampero. I clericali da parte loro hanno un Segretariato del popolo che si occupa pure di emigrazione. Non fecero grandi cose, ma possiedono un sacerdote che ha studiato l’emigrazione temporanea con singolare amore. E’ il giovane parroco di San Giorgio, don Eugenio Bianchini.

Tre o quattro anni or sono egli percorse uno a uno tutti i comuni della regione per compilare il suo libro La proprietà agraria nel Friuli italiano. Facendo questi studi, si accorse delle proporzioni straordinarie che aveva preso l’emigrazione temporanea. Trovò molti municipi, specialmente nella Carnia, nel cui territorio non rimangono che le donne e i vecchi, mentre tutti gli uomini validi lavorano all’estero. Gli venne allora il desiderio di seguire gli emigranti nostri in Austria e Germania, e nel 1900 fece lunghe escursioni da Innsbruck a Villach, da Bresançon a Franzefester, a Monaco, a Carlsband, a Norimberga. Solo in quest’ultima città trovò un comitato italiano che fa qualche cosa a pro degli emigranti. Del resto, abbandono completo. - Quante volte - mi diceva don Bianchini con il quale riparlavo ieri di quei viaggi - quante volte constatai con dolore come gli stranieri reputino il nostro popolo una classe inferiore per la sua ignoranza e per la sua degradazione. A Monaco le modelle dei pittori, degli scultori sono tutte italiane del Sud.
I vecchi emigranti italiani conservano ancora abbastanza i buoni costumi, ma i ragazzi dai 15 ai 18 e le ragazze della stessa età, quale scandalo! Un’altra cosa che ci fa poco onore è questa, che gli emigranti italiani stanno meglio sotto gli imprenditori tedeschi di quello che sotto imprenditori loro connazionali. - E quali iniziative ha preso finora il Segretariato del popolo? - Abbiamo mandato ai parroci dei moduli da far firmare agli imprenditori per obbligarli a non esigere orari disumani e ad essere puntuali con i pagamenti. Si figuri che certi imprenditori italiani fanno lavorare nelle fornaci gli emigranti dalle due e mezzo o dalle tre antimeridiane fino alle nove pomeridiane. - L’opera del Segretariato si è limitata a questi moduli? - Io e don Angelo Liberali, parroco di Talmasson, ci siamo rivolti ai giovani sacerdoti per eccitarli a recarsi all’estero in aiuto degli emigranti. Diciannove hanno accettato di fare delle missioni, in Austria e in Germania, di un mese e mezzo o due. - Che cosa crede Ella che sarebbe utile di fare a vantaggio degli emigranti? - Prima di tutto io credo che in tutta Italia si dovrebbe dare un grande incremento all’agricoltura intensiva, all’uso dei concimi chimici e del sistema Solari.
Trasformata l’agricoltura molti contadini (un terzo, se non la metà di quelli, che oggi emigrano) rimarrebbero a casa. Gli emigranti, poi bisognerebbe prepararli con le scuole serali, col disegno, con gli elementi della meccanica. L’inviato del R. Commissariato Generale dell’emigrazione, constatando i buoni elementi che si trovano così nel segretariato liberale dell’emigrazione come in quello clericale, consigliò i signori De Paoli, Cosantini e don Eugenio Bianchini a mettere amichevolmente i segretariati stessi al servizio del Comitato provinciale e lavorare insieme per lo scopo comune della protezione dell’emigrante. Sono ben ottantamila ogni anno gli emigranti temporanei della nostra provincia. L’inviato stesso deve essersi occupato poi a fondo della emigrazione clandestina, perché in seguito alla sua richiesta si è notato che l’Agenzia della Ligure Brasiliana cambiò locali, lasciando gli uffici che aveva in via Aquileia num. 29 a pianterreno, già tenuto dai fratelli Nodali, ex agenti di emigrazione che presero stanza nella stessa casa in via Aquileia, n. 29, p. p. E vengo assicurato che, eccettuato due, tutti gli altri rappresentanti in questa città di Compagnie di navigazione saranno cambiati, in parte perché lavoravano per agenzie straniere non autorizzate e in parte perché non erano che dei prestanome.

Un fatto che avrà certamente richiamato l’attenzione dell’inviato del regio Commissariato dell’Emigrazione, è questo: alla macchia, senza nome di tipografia, alcuni ex agenti di emigrazione che si spacciano come rappresentanti di una agenzia genovese di trasporti chiamata La Ligure Americana, fanno stampare migliaia di circolari in isloveno, galiziano e altre lingue e dialetti delle vicine provincie austriache, e le diffondano fra quei contadini. In dette circolari si afferma che da Udine vi sono tre partenze alla settimana per New York con soli sette giorni di mare, e dicono altre grosse bugie come se la Ligure Americana fosse una Compagnia di navigazione provveduta di rapidi vapori e come se Udine fosse un porto di mare! Attratti da codeste circolari giungono qui ogni settimana frotte di contadini austriaci, i quali vengono avviati al porto di Genova se vogliono recarsi in America del Sud, ma il più delle volte, siccome intendono di recarsi a New York, via Havre, vengono appoggiati ad una agenzia Zwilchenbart di Chiasso, senza servirsi della locale agenzia autorizzata della Transatlantique francese.
Tanto gli uni come gli altri vengono poi trattenuti qui intiere giornate con vari pretesti per cavare loro qualche fiorino in vitto e alloggio, per imbrogliarli nel cambio della moneta, ecc. A codeste operazioni, oltre alcuni ex agenti udinesi ben noti, prende parte una ditta di Trieste la quale fa figurare gli emigranti come partiti da quella città e qui solo di passaggio. Il 23 aprile scorso la locale autorità di P. S., informata di una di tali operazioni, ne denunziò come autore un suddito austriaco, ma ora si è stabilito che costui è un semplice interprete che lavora per conto terzi. Tutti sarebbero qui ben lieti se il Commissariato dell’Emigrazione sapesse mettere fine a certe speculazioni che fanno poco onore alla città che involontariamente ne è il teatro.

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