Corrispondenze su Reggio Calabria e Messina
(La Tribuna 30 dicembre 1908)
Racconti di reduci da Messina
La città quasi completamente distrutta - Un incendio formidabile - Il saccheggio.
Monteleone, 29, ore 10.
Da una lettera scritta dal cancelliere del tribunale di Palmi, sig. Vito Alleva, apprendo che Palmi è rasa al suolo, che i
morti e i feriti non si possono enumerare.
Eguali notizie pervengono da Bagnara. Da Reggio ancora per l'interruzione del telegrafo, della posta e della ferrovia non
giungono notizie.
In questo momento da Messina arrivano due signori: Fortunato Esposito e Condò Giuseppe. Da essi, che han potuto salvarsi
miracolosamente, apprendo questi particolari:
La scossa del terremoto fu colà ondulatoria e sussultoria e di tale intensità che nessun fabbricato è potuto resistere all'urto
formidabile. La città è quasi completamente distrutta.
I morti si calcolano a circa 75 mila.
I feriti non si enumerano.
Un'infinità di essi perde la vita sotto le macerie per mancanza di soccorsi. Al terremoto si aggiunge l'incendio prodotto da
scoppi di gas che pare distrugga interi quartieri. Per Messina, raccontano i miei interlocutori, non v'erano che pochissime
persone le quali vagavano come pazze per la città implorando invano aiuto pei loro cari.
Dalle case crollate o pericolanti si implora aiuto, con grida raccapriccianti. Le carceri furono distrutte e incendiate.
I detenuti che poterono salvarsi pare che assieme alla mala vita si siano dati al saccheggio. Di un quartiere di soldati
dicono che se ne siano salvati pochissimi.
Franzoni.
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Diamo queste notizie di così eccezionale, terribile gravità, con la massime riserva, facendo rilevare che esse sono state date
al nostro corrispondente da Monteleone da due scampati alla catastrofe, pei quali è forse non illecito presumere l'impressione
dell'entità del disastro sia stata accentuata dalla naturale e legittima sovreccitazione. Ciò che fervidamente auguriamo sia.
Talché è possibile ritenere che il numero delle vittime sia di molto inferiore alla raccapricciante cifra di 75 mila.
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La devastazione di Reggio
Centinaia di vittime - Rovina di edifici - Soldati sepolti - Lo scoppio del gazometro - Il maremoto.
Gerace Marina, 28, ore 16.
Non si possono aver notizie dirette da Reggio, perché tutte le comunicazioni sono interrotte.
Ma giungono da varie parti terrificanti notizie che non è possibile controllare. Si parla di centinaia di vittime.
Una caserma sarebbe crollata, seppellendo soldati sotto le macerie. Sarebbe scoppiato anche il gazometro. Al terremoto sarebbe
seguito il maremoto, che avrebbe violentemente abbattuto quasi tutte le abitazioni della città.
Regna il terrore.
Del Balzo.
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