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Il nazionalista serbo Gavrilo Princip uccide in modo piuttosto fortuito l'erede al trono d'Austria, l'arciduca Francesco Ferdinando e la sua consorte, la duchessa Sofia.

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Terzaclasse.it > 1897-1921 > 1914 - Fatti di Sarajevo - Inizio della I Guerra Mondiale

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1914 - Fatti di Sarajevo - Inizio della I Guerra Mondiale e neutralità italiana.

L'attentato di Sarajevo Il 28 giugno del 1914 l'erede al trono d'Austria l'arciduca Francesco Ferdinando e la sua consorte la duchessa Sofia vennero assasinati a Sarajevo dallo studente serbo Gavrilo Princip, affiliato ad un'organizzazione nazionalista bosniaca. L'attentato fornì a Vienna un ottimo pretesto per risolvere i problemi legati alle minoranze balcaniche e ricondurre la Serbia a più miti consigli: il 23 luglio Vienna inviò a Belgrado un ultimatum che non poteva essere accettato e, preso atto del rifiuto, il 28 luglio le dichiarò guerra.
Nel breve volgere di pochi giorni, e per un gioco di alleanze, si ritrovarono coinvolte nel conflitto anche la Russia, alleata del regno di Serbia e la Germania che non poteva accettare il coincolgimento di Mosca. Parigi, legata alla Russia da un trattato di amicizia, si vide costretta a mobilitare l'esercito. La Gran Bretagna, infine, intervenne nel conflitto in seguito all'aggressione del neutrale Belgio da parte della Germania: la strategia di Berlino prevedeva, infatti, di invadere la Francia aggirandone le difese a nord. Dopo un iniziale successo i tedeschi furono fermati a pochi chilometri da Parigi grazie alla prima battaglia della Marna mentre sul fronte orientale vennero bloccati dai russi che li impegnarono nella difesa della Prussia orientale.
La guerra lampo immaginata dagli strateghi di Berlino si impantanò e divenne una guerra di posizione tutta combattuta in trincea. Durante i primi mesi del conflitto l'Italia, che ricordiamo, era legata all'Austria dal trattato della Triplice alleanza, rimase neutrale. Questo fu possibile perché l'accordo prevedeva la conservazione dello status quo nei balcani. In realtà Roma sfruttò la sua neutralità per intavolare trattative segrete con entrambe le parti belligeranti. L'intenzione era di trarre il massimo profitto territoriale nel caso di un suo possibile intervento.

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