1887 - 1889 - Primo governo Crispi. La stagione delle riforme.
Il 29 luglio del 1887 Francesco Crispi subentrò, in qualità di presidente del consiglio, ad Agostino Depretis. La chiamata dello statista siciliano fu dovuta alla morte del suo predecessore. La successione diretta non comportò modifiche della compagine governativa né, in un primo momento, sostanziali variazioni nel programma di governo. Ma la personalità di Francesco Crispi era destinata ad emergere in modo prepotente. Il pensiero politico del politico siciliano era incardinato sulla convinzione che bisognava creare uno stato forte ed efficiente per potersi assicurare un ruolo di rispetto in campo internazionale.
Nei primi mesi del suo mandato Crispi porto lo scontro economico con la Francia fino ad un livello mai raggiunto, attraverso l'imposizione di dazi e politiche protezionistiche che, tuttavia, crearono non pochi problemi anche agli esportatori italiani. Nel Corno d'Africa, poi, divenne il promotore dell'espansione coloniale. Cercò di propiziare nuove conquiste territoriali e si adoperò per imporre il protettorato italiano sull'Etiopia con il trattato di Uccialli (2 maggio 1889). Sul fronte interno vennero emanate leggi destinate a riformare l'apparato centrale dello stato conferendo maggiore potere ai prefetti mentre nel settore amministrativo locale veniva estesa la rappresentanza popolare nei consigli comunali e si diede loro la possibilità di eleggere il sindaco, ma solo nei comuni con più di 10.000 abitanti.
Non esiste (ancora) un testo specifico su questo argomento.
Non ci sono documenti collegati a questo lemma.
Copyright: Terzaclasse.it 2013