1891 - L'eccidio di italiani a New Orleans (USA).
Tutto ebbe inizio la sera del 15 ottobre del 1890 nella città di New Orleans in Luisiana (negli Stati Uniti). Quella sera, il capo della locale polizia, David C. Hennessy, stava rientrando a casa in compagnia di un amico, quando fu affrontato da un gruppo di persone armate con fucili e pistole e ucciso.
Prima di morire Hennessy riuscì a pronunciare la parola glatinsh e questo bastò per scatenare la caccia all'italiano. Nessuno aveva avuto dubbi sui possibili esecutori dell'omicidio anche se la vittima era piuttosto chiacchierata per una sua presunta vicinanza con il clan dei Provenzano.
Il sindaco di New Orleans Joseph A. Shakespeare diede l'ordine di arrestare tutti gli italiani presenti in città. A poche ore dall'agguato la polizia aveva già individuato (e incriminato) i presunti componenti della banda omicida. Si trattava di almeno quindici persone tra cui un ragazzo di quattordici anni accusato di aver fatto il palo durante l'agguato. Il processo agli accusati iniziò il 25 febbraio dell'anno seguente. Erano imputati 8 immigrati italiani di origine siciliana. Dopo due settimane di dibattimento processuale il giudice, suo malgrado, fu costretto ad assolvere gli gli accusati per mancanza di prove. Il giorno seguente una folla di almeno 10.000 persone, aizzata da esponenti xenofobi della comunità locale, diedero l'assalto alla prigione dove ancora erano rinchiusi gli italiani che, appena individuati, vennero trucidati.
Furono massacrate 11 persone. Alcuni di loro, tra i quali il giovane Polizzi, ancora agonizzante, furono trascinate all'esterno della prigione ed impiccate sulla pubblica piazza. Il corpo del Polizzi, ancora appeso ad un lampione, venne fatto bersaglio di colpi di fucile. Le cronache narrano che parecchie persone per bene posarono davanti ai resti delle vittime per una foto ricordo, mentre altri, intinsero il proprio fazzoletto nel loro sangue per avere un souvenir della memorabile giornata.
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