1914 - Cade il governo Giolitti - Vigilia della Prima Guerra Mondiale (interventismo)
Il 7 marzo del 1914 il presidente del consiglio Giovanni Giolitti, constatato che era venuto a mancare l'appoggio parlamentare dei radicali, diede le dimissioni.
Il sovrano incaricò, dietro suggerimento dello stesso Giolitti, Antonio Salandra che diede vita al nuovo ministero a partire dal 21 marzo dello stesso anno. Il nuovo governo era nato adottando un programma di continuità con il precedente gabinetto ma ben presto, anche perché incalzato dagli avvenimenti europei che stavano conducendo il vecchio continente verso un conflitto generalizzato, dovette adottare una visione politica autonoma.
Il principale punto di contrasto tra lo statista piemontese e Antonio Salandra (e il suo ministro degli esteri Sidney Sonnino) riguardava proprio la collocazione del paese nei confronti delle potenze belligeranti. Giolitti e il gruppo parlamentare che in lui si riconosceva era neutralista, mentre Salandra e Sonnino erano orientati verso l'intervento a fianco delle potenze dell'Intesa (Gran Bretagna, Francia e Russia). Questa differenza di vedute rispecchiava quello che accadeva nel paese: i socialisti e buona parte dei cattolici erano per un'Italia neutrale mentre gli irredentisti, i futuristi, la corrente massimalista dei socialisti (con Mussolini e Corridoni che ne divennero i maggiori esponenti) erano per l'intervento al fianco dell'Intesa.
Il fronte interventista, anche se fortemente minoritario nella società italiana, poteva contare sull'appoggio del Corriere della Sera di Luigi Albertini e di importanti esponenti politici quali Leonida Bissolati e Gaetano Salvemini. Nel corso dei primi mesi di guerra europea Antonio Salandra e Sidney Sonnino intavolarono trattative riservate sia con le potenze dell'Intesa, sia con gli Imperi centrali per verificare la disponibilità nei confronti dell'Italia: chi avrebbe offerto maggiori contropartite territoriali avrebbe beneficiato dell'alleanza di Roma. Il 26 aprile del 1915, con la firma del Patto di Londra, il Regno d'Italia assicurò il suo intervento in guerra contro gli Imperi centrali.
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