1915 - L'Italia in guerra a fianco dell'Intesa
Il Regno d'Italia dichiarò guerra all'Impero austro-ungarico la sera del 23 maggio del 1915 e le prime ostilità iniziarono all'alba del giorno successivo. Il fronte interessava l'arco alpino orientale e andava dal mare Adriatico al massiccio dell'Adamello, presso il confine svizzero. Le direttive impartite dal comando supremo italiano, con a capo il generale Luigi Cadorna, al Regio Esercito erano di assestare una "spallata" agli austro-ungarici approfittando della loro evidente inferiorità numerica iniziale. La pressione italiana si sarebbe concentrata lungo la valle del fiume Isonzo mentre, nei restanti settori del fronte, le truppe sarebbero rimaste sulla difensiva (ma attuando comunque alcune puntate offensive localizzate per alleggerire la pressione dei nemici).
Ben presto ci si rese conto che lo sfondamento verso Trieste e Lubiana non sarebbe stato possibile e che il conflitto si sarebbe trasformato in una guerra di posizione così come era già avvenuto sul fronte occidentale. Al nuovo assetto delle operazioni contribuì in modo sostanziale la natura dei luoghi e l'impostazione strategica dei comandi (sia italiano che austriaco) che preferivano far presidiare le alture piuttosto che attuare rapidi movimenti di truppe lungo le direttive di fondovalle. Il primo anno di guerra fu caratterizzato dalle quattro battaglie dell'Isonzo mentre nel corso del secondo gli austriaci passarono al contrattacco lanciando un'offensiva (dal 15 maggio 1916) passata alla storia come la battaglia degli altipiani o Strafexpedition (spedizione punitiva) che portò l'XI armata (e la III armata, di rincalzo) imperiale alla conquista di ampi settori del fronte tra la Val d'Adige e la Valsugana raggiungendo la massima penetrazione sull'altopiano di Asiago. Gli italiani riuscirono dapprima ad arginare l'offensiva nemica e poi arrestarla del tutto gia dai primi di giugno.
Nei giorni seguenti passarono al contrattacco e riconquistarono buona parte del territori ceduti agli austriaci. Ad agosto il Regio esercito riprese le offensiva sul fronte dell'Isonzo (VI battaglia dell'Isonzo) e, approfittando della momentanea difficoltà degli austriaci, riuscì ad occupare Gorizia. Le operazioni nel settore isontino proseguirono fino a dicembre (VII IX battaglia dell'Isonzo) per poi diminuire drasticamente con l'arrivo dell'inverno.
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