1891 - Naufragio del piroscafo britannico "Utopia"
Il piroscafo britannico "Utopia", era un vapore di 2371 tonnellate di stazza lorda varato nel 1874 a Glasgow (Scozia)
e appartenente alla società di navigazione Anchor Line. La nave fu destinata dalla società armatrice alle
rotte mediterranee per sfruttare la gran massa di emigranti italiani che in quegli anni iniziarono a varcare l'oceano.
Il 17 marzo del 1891 l'"Utopia" era in navigazione da Trieste a New York, con a bordo più di 800 emigranti italiani
quando, entrando nella baia di Gibilterra, la nave fece naufragio a causa di una manovra errata.
Nell'entrare in porto il comandante del piroscafo, John McKeague non si rese subito conto
che il molo a cui attraccava abitualmente era occupato dalle corazzate "Anson" e "Rodney" della Royal Navy.
Accortosi del problema il comandante diede l'ordine di attraversare il braccio di mare davanti alle due navi da battaglia
ma, la forza della burrasca in corso e la spinta delle correnti fecero scarrocciare l'"Utopia" contro il rostro di prua
della corazzata "Anson". Si aprì una falla di circa 5 metri che fece affondare il vapore in poco meno di venti minuti.
Nel naufragio perirono 562 persone tra emigranti e membri dell'equipaggio.
Nei giorni seguenti il comandante John
McKeague fu sottoposto a giudizio da una corte appositamente costituita dalle autorità di Gibilterra. I giudici, tutti
esperti marinai, lo ritennero "responsabile di un grave errore di giudizio a causa del quale la sua nave è affondata
e c'è stata la perdita di vite umane".
Dopo alcuni mesi il relitto del piroscafo "Utopia" fu recuperato e rimorchiato a Glasgow, in Scozia, con l'intenzione
di renderlo di nuovo atto alla navigazione ma, nel 1900, lo scafo fu definitivamente smantellato.